Mi è accaduto di giungere, già brilla, ad una riunione di amici di geografie passate, che festeggiavano una laurea (anzi, tre). Io non c’ero dentro, al giro, i celebrati li conosco solo da qualche mese, ma a tratti percepisco con uno di loro quell’intesa improbabile che ogni tanto scatta con qualche persona che mai diresti se la potrebbe intendere, con me.
Li ho osservati interagire, un gruppo di venti e più trasportato a San Lorenzo da lidi molto più piccoli, nordici, familiari. Li guardavo da fuori, pensavo che era bello, che ci fosse questo universo inatteso, tante persone che avevano preso un treno alle sei di mattina e si volevano vedere Roma, oltre a festeggiare i loro amici. Quelli che tutto va bene, come quando i miei amici son venuti a trovare me, dal nordest, ed era il primo anno che stavo qui, quando ancora baciavo tutti, per tenere radici un po’ ovunque.
E’ più di tutto alle radici che pensavo, all’angolo, mentre si brindava, si cenava, si scartavano i regali. Mentre mandavo messaggini improbabili e sbagliati (e ottenevo risposte prevedibili, e altrettanto sbagliate). Pensavo alle transizioni come quella che sta accadendo a me, che ho iniziato a esser pagata per fare quello che ho fatto nell’ultimo anno. Pensavo a me che chiamo agenti immobiliari per cambiare casa. Pensavo alle prospettive, a dove vivrò tra vent’anni, ad un amore che magari troverò, a un certo punto, e rimarrà, a qualche amore che ho perso, ai figli, alla fortuna che ho ad avere i genitori che ho, alle esposizioni est-ovest e ai divani fatti con i bancali verniciati, con le rotelle. A Leo che è un’ispirazione, e sorride, e mi dice da genitore ti posso dire (e improvvisamente mi fa realizzare che ho un’amica con un figlio), a V. che ha una storia da nove anni e di anni ne ha ventisei, ché ci sono ancora, quelle situazioni così, delle coppie longeve e belle, ce n’è una in ogni giro di amici, e gli altri li guardano e non sanno se essere felici, o strani, ma sicuramente non capiscono.
Ti penso. Stanno cambiando tante cose… e mi manchi un po’
Anche io ti penso spesso. Tante cose in meglio?
Direi di sì, ma c’è tanta stranezza e confusione. Comunque in meglio, sì.
E mi manchi un po’.